Le neuroscienze stanno incalzando verso un’ampia spiegazione della struttura umana, in particolare l’anatomia dell’attività psichica sta fornendo molti dati di approfondimento del funzionamento della nostra mente. Un argomento vasto e complesso perché il nostro cervello è un sistema complesso.
Semplificando l’argomento mi voglio concentrare sul vero senso della nostra vista. Possiamo davvero essere fedeli a ciò che vediamo? Quello che vedo alla fine è reale? Quando avevo 20 anni queste domande erano abbastanza scioccanti, la fisica quantistica aveva già messo in chiaro la loro risposta ma oggi, la scienza della psiche non lascia più dubbi. La nostra mente filtra ciò che noi vediamo, pertanto la risposta alla domanda iniziale è NO, non siamo fedeli a ciò che vediamo!
Diverse ricerche affermano che ci illudiamo di vedere oggettivamente qualcosa ma in realtà è tutto un meccanismo che viene processato nel nostro cervello e cha fa sì che poi quell’oggetto prende quella forma e quella connotazione che noi gli diamo perché lo abbiamo già in qualche modo conosciuto. Le neuroscienze dicono che la prospettiva individuale finisce sempre per influenzare il nostro modo di vedere le cose e la percezione della reale identità degli oggetti intorno a noi. Quindi ciò che vediamo è per forza di cose anche il risultato delle nostre aspettative e non è possibile scorporare la versione pura e semplice del reale, dalla rappresentazione che il cervello si è fatto su di essa. Chi è in un cammino evolutivo è chiamato a prestare maggior attenzione a tutto quello che si muove, dal fattore ambientale al dinamismo mentale, al flusso dei pensieri al flusso d’energia. Un richiamo alla consapevolezza di Sé.
Il sistema visivo non registra semplicemente i segnali luminosi presenti nell’ambiente, ma li elabora dando vita ad una percezione ben organizzata, tramite meccanismi di forte componente cognitiva, che interpretano poi l’immagine associandole un significato. Ai nostri occhi, quindi, appare ciò che già conosciamo, ciò che abbiamo esperito! Pensiamo quando incontriamo una persona o intraprendiamo una relazione! Vedendo e interpretando per associazioni è abbastanza facile vedere il mondo tramite aspettative che fanno sì che noi vediamo ciò che ci aspettiamo, quindi raggiungere una visione neutra è un arduo impegno per scacciare le delusioni.
In un mio seminario passato (“Vedere Oltre senza guardare” anno 2015) ho messo in evidenza le limitazioni dei nostri occhi fisici ovvero il fatto che non riescono a vedere tutto quello che c’è nell’ambiente. Concetti come mondo visibile e invisibile rappresentano un’unica realtà, un unico mondo in cui i nostri occhi percepiscono solo in parte e ciò che non vediamo non significa che non esista. Un invito dunque ad essere umili, in quanto come esseri umani ciò che vediamo è solo una minima parte di quello che esiste. Un buon auspicio è quello che ognuno possa mettersi più in discussione per indebolire giudizi limitanti.
Il nostro sistema visivo è il nostro senso predominante, è costantemente attivo… pensa a quante immagini puoi fotografare in pochi minuti, quante ne registri nella mente e quanti processi di elaborazione e associazioni sono in moto nel tuo cervello. Un’immensità! Ciò significa che tante cose le memorizzi senza rendertene conto, sono processi per la maggior parte inconsci. Il cervello processa moltissime informazioni, pertanto registriamo immagini, elaborando significati su base cognitiva.
Nell’ambito relazionale, io posso vedere un comportamento dell’altro e interpretarlo con una mia chiave di lettura…di fatto diviene una realtà soggettiva e non più oggettiva. Ovvio non mi riferisco a comportamenti malsani in cui si lede la persona, mi riferisco a semplici e comuni dinamiche relazionali in cui possono sfociare incomprensioni.
Quanto sai discernere da ciò che è… da ciò’ che non è? Non è semplice e la scienza ce lo spiega… filtriamo la realtà in modo soggettivo. Spesso ascolto nelle mie sessioni di coppia, frasi tipo: Tu non ti rendi conto, non vedi ciò che vedo io! Un antichissimo dilemma che ci riporta Platone: “vediamo davvero la realtà che ci circonda?”
No, ognuno vede un comportamento dell’altro in base alle aspettative, alle associazioni visuo-mentali. Un meccanismo chiaro che va ad influenzare anche ciò che vediamo nell’altro in una visione puramente soggettiva che potrebbe essere diversa.
Un’altra curiosità del nostro modo di vedere è che se io guardo fisso in avanti i miei occhi comunque vedono lo spazio intorno a me poiché il sistema visivo ha funzione incrociata. La parte destra del cervello è interessata all’informazione visiva proveniente dall’occhio sinistro e la parte sinistra del cervello è interessata all’informazione proveniente dall’occhio destro. Un’integrazione di immagini, informazioni, catturate dagli occhi e trasmesse nel cervello che poi le processa e organizza. La conclusione è: ciò che noi percepiamo è una rappresentazione della nostra realtà e non la realtà stessa.
Per tale motivo consiglio sempre di prediligere film, video, panorami che richiamano alla bellezza, all’amore, alla pace. Prova solo a pensare a tutte quelle persone che abitualmente vedono film horror, film di guerra, di violenza… immagini che fotografano odio, paura etc nella mente facilitando una rappresentazione della realtà poco armonica. E’ abbastanza chiaro che dobbiamo prestare molta attenzione a ciò che vediamo in televisione, al cinema, al teatro, in casa… soprattutto nei bambini.
In questo periodo storico di grande cambiamento possiamo veramente ribaltare la realtà se ognuno di noi iniziasse ad ampliare la visione della vita. Ho creato Esseni Moderni per sostenere questo, un cammino evolutivo volto ad ampliare la visione della mente, espandere la coscienza! Il modo più efficace per andare fuori da questo inscatolamento della mente (black box) è proprio quello di ampliare la visione di sé stessi e destrutturare la mente menzognera. Sono nella relazione d’aiuto dal 2007 e nel mio lavoro ho sempre promosso la consapevolezza di sé stessi per andare oltre la materia e cogliere le sfumature della vita che possiamo vedere con gli occhi dell’Anima. Siamo permeati in un etere invisibile agli occhi fisici ma che esiste in diversi flussi di frequenze. Per poter entrare a vedere l’invisibile è importante sviluppare una vista spirituale che Gesù chiamava “Occhio lucente”
Abbiamo una grande responsabilità oggi, ovvero di vivere al meglio questa nostra realtà, di contribuire a sviluppare una società amorevole iniziando a osservare i nostri pensieri che influenzano la nostra realtà che poi influenza la relazione con gli altri. Avviare un processo spirituale integrato ad un processo psichico è possibile tramite una pratica meditativa che aiuta a silenziare la mente e a sviluppare sempre più uno spazio neutro interiore. Questo permette di assaporare quella realtà in modo più ampio dando la possibilità di espandere la percezione non solo della nostra visione ma anche di sé stessi vivendo in armonia con il tutto.
Buona visione e grazie per aver letto un mio pensiero, articolo!
Con Amore Lucilla Menici