LE NUOVE GENERAZIONI, UN AIUTO VERSO LA CONSAPEVOLEZZA.
Una visione diversa della vita, spostare il cannocchiale in una prospettiva non convenzionale e vedere il presente con occhi propri, il mondo dell’olismo ci permette di conoscere realtà straordinarie che insegnano a considerare l’essenza della vita e amare senza sovrastrutture, lavorando molto sull’aspetto spirituale precipuo di ognuno di noi.
Molte persone vivono avvalendosi delle tante discipline che l’olismo abbraccia e che sono la base della Vita, come ad esempio l’importanza di un’alimentazione sana e naturale, coltivare e amare la terra o ancora elevare il proprio “corpo spirituale” per un fine terapeutico, insomma un’attenzione complessa e ampia che considera tutti i livelli dell’esistenza umana: mente-corpo-spirito, ogni parte importante per l’altra. Ma di certo quella spirituale ha una valenza fondamentale in quanto lo stesso spirito consta di energia. Per poter comprendere l’uomo come energia si deve anzitutto comprendere che ogni minima particella della creazione è ricolma di forza vitale e di intelligenza. Il nostro corpo è composto da miliardi di cellule, molecole, di particelle atomiche e subatomiche che racchiudono in sé la loro specifica vibrazione. L’energia di tutte queste particelle che vibrano in armonia produce il corpo e allo stesso tempo il nostro campo energetico.
Nei tempi antichi l’energia vitale pulsante veniva denominata in differenti modi: chi, prana, mana, ki, etc.. Questa energia, presente in ognuno di noi, è pura; per il nostro benessere è importante averne consapevolezza
Se una persona ha cura del suo sistema energetico, ad esempio con uno dei metodi più antichi come la meditazione, avrà una vibrazione energetica elevata e per questo “irradiare più luce” (biofotoni) di un’altra. Nel 1975 il dott. Fritz Albert Propp dimostrò scientificamente questa radiazione di luce denominata “biofotoni” e riconosciuta poi a livello internazionale.
Ognuno con la propria vibrazione energetica e le varie forme di pensiero crea la coscienza energetica collettiva, siamo infatti parte di questo potente flusso che domina su tutta la terra e che ha su ogni singola persona una grande influenza. Tutto ciò che trasformiamo in noi stessi muta anche nella coscienza di massa, se riuscissimo a sganciarci dalla coscienza collettiva, assumendoci la responsabilità dei nostri pensieri, sentimenti e azioni, allora potremmo trasformare il mondo. Come possiamo fare? Sentiamo parlare sempre più spesso di un nuovo tipo di bambini, per l’esattezza Bambini Indaco. Questi bambini, che rappresentano oltre l’80%, sono le nuove generazioni, stanno smuovendo la coscienza collettiva, sono profondamente collegati con la loro saggezza interiore e attraverso i loro sensori interni analizzano le diverse situazioni e possono facilmente adeguarsi ad esse. Sono un’ottima opportunità per un futuro migliore e per questo è di vitale importanza divulgare il più possibile informazioni riguardanti questo fenomeno, sempre più in ascesa, per aiutare i genitori. Generalmente i bambini delle nuove generazioni non riescono facilmente ad accettare l’autorità, combattono con tutti i mezzi e difficilmente credono ciecamente a qualsiasi cosa. Proprio per queste caratteristiche sorgono difficoltà relazionali fra adulto e bambino, nello specifico genitore-figlio. Purtroppo la mancanza di conoscenza crea disagi anche nell’ambito scolastico, interferendo così nel rapporto insegnante-alunno.
I bambini Indaco manifestano caratteristiche specifiche:
·Nascono con un senso di regalità
·Hanno la sensazione di “meritare di essere qui” e sono sorpresi quando gli altri non lo condividono ·Per loro non è un problema l’autostima poiché sanno “chi sono”
·Hanno una marcia in più nel fare le cose
·Appaiono introversi, a meno che non siano circondati da persone con la loro stessa consapevolezza. A volte sono diretti nel mostrare ciò di cui hanno bisogno.
·Non rispondono alla disciplina che infonde il “senso di colpa” (del tipo “aspetta di vedere cosa succede quando arriva a casa tuo padre e vede cosa hai fatto”)
·Richiedono più attenzione e sentono che la vita è troppo preziosa per lasciarla sfuggire via.
Vengono spesso diagnosticati ed etichettati come bambini con DDA (affetti da disturbi dell’apprendimento) o DDAI (disturbi dell’apprendimento e iperattività) e ciò può essere più nocivo all’individuo di quanto non lo sia il sintomo di per sé, poiché può facilmente condurre a negare la propria padronanza interiore e a sottovalutare le proprie abilità. Purtroppo spesso vengono ignorati i loro modelli di pensiero provenienti dalla sfera spirituale ed eterica che tuttavia non è una loro carenza ma una preziosa caratteristica. Instaurare con questi bambini un dialogo creativo e permettere loro di manifestare attività creativa e orientamenti spirituali, può rivelarsi un fattore chiave nella gestione del DDA. Per questi bambini è di fondamentale importanza avere dei genitori consapevoli. In merito all’argomento abbiamo realizzato un’intervista a Tania, una giovane mamma di un bambino Indaco. “Tania, chi sono i bambini Indaco?”
La prima risposta che istintivamente noi genitori diamo è: “bambini difficili”.
Ma perchè “difficili”?
Se osserviamo bene i nostri bimbi ci rendiamo conto che non si conformano all’ambiente scolastico o non stanno alle regole che gli imponiamo, insomma “difficili da gestire”.
Sono anticonformisti, testardi, iperattivi, rifiutano qualsiasi forma di autorità e hanno una consapevolezza di sè che va oltre la loro età.
Mio figlio è un bambino Indaco e spesso risponde alle mie regole o a quelle della scuola così: “so io quel che è giusto o sbagliato per me” ed ha solo 3 anni e mezzo. Di fronte a questi bambini e alle loro prese di posizione noi genitori ci troviamo spiazzati, ci sembra che lo facciano apposta, portando avanti una guerra contro di noi. Questo perché non sappiamo come comportarci nei loro confronti, proveniamo da un altro modello di educazione e tendiamo ad opporre resistenza ai loro comportamenti solo perchè sono “bambini”, in fin dei conti sappiamo noi adulti quel che è giusto. Mio figlio invece vuole spingermi verso la sua consapevolezza e per di più vuole ridestare la mia di consapevolezza, in pratica sono qui per risvegliarci. I bambini Indaco sono qui su questa terra per portare un cambio epocale!
A questo punto cosa possono fare i genitori?
Il nostro compito più importante è accompagnarli nella loro realizzazione, ascoltarli per poi comprenderli, non come semplici bambini ma come “esseri consapevoli”. A scuola spesso mi scontro con le insegnanti che non sono a conoscenza di questa loro natura, vengono così etichettati come bambini affetti da D.D.A o da D.D.A.I. Quante volte noi mamme durante la giornata ripetiamo la solita frase: “possibile che non stai un attimo fermo?” Questo è un primo e importantissimo compito che noi genitori dobbiamo affrontare subito con i nostri figli per cominciare ad aiutarli. Sono iperattivi perchè il loro cervello è iperstimolato, hanno doti intellettive oltre il normale limite, hanno una sete di conoscenza irruente e continua che allo stesso tempo comunque li distrae e non li porta a concentrarsi per più di qualche minuto su quello che devono fare, creando vari problemi.
Qui il nostro compito: l’educazione al mantenimento dell’attenzione attraverso la meditazione. Ho scoperto questa antica tecnica di visualizzazione e concentrazione attraverso il rilassamento, grazie a una Counselor relazionale, Lucilla Menici. Fare questa esperienza con il mio bimbo ha portato a un miglioramento del suo comportamento frenetico, a una maggiore consapevolezza del nostro rapporto e tutto questo ha contribuito a dare benessere all’ambiente familiare. Posso concludere dicendo che la stessa parola “bambini difficili”, che ci troviamo a dire quando non conosciamo chi questi bambini realmente siano, dopo un percorso di conoscenza si trasforma in “bambini preziosi”. Ringrazio il mio bimbo per avermi condotto a tale consapevolezza che mi consente di amarlo e comprenderlo per le sue doti e non spingerlo a conformarsi alle regole restrittive che la nostra educazione ci ha imposto. I nostri bimbi ci hanno scelto per insegnarci ancora tanto, ascoltiamoli! Molteplici sono i modelli comportamentali da adottare con questi bambini straordinari come ad esempio: onorare la loro presenza nella vostra famiglia, aiutarli a sviluppare la loro creatività, offrire loro scelte su qualunque cosa, valorizzare il loro essere, spiegare sempre il motivo di determinate istruzioni fornite. In questo modo vi rispetteranno e vi aspetteranno. Molto importante è rispettare i tempi, non dite loro chi sono o chi diventeranno in seguito; sanno meglio di voi chi sono e soprattutto sanno chi siete voi! Un aspetto essenziale e molto efficace per l’armonia di tutta la famiglia è praticare una ginnastica spirituale, attraverso una corretta respirazione accompagnata da tecniche di meditazione guidata con visualizzazioni specifiche, inerenti all’argomento. La visualizzazione guidata permette di immergersi completamente in una situazione piacevole coinvolgendo l’aspetto cinestesico e sviluppando tutti i sensi, per i bambini questo “gioco-lavoro” risulta semplice e divertente. Tale tecnica è molto diffusa e, se utilizzata in modo corretto, può provocare una trasformazione profonda, ovviamente in positivo. Studi hanno dimostrato che il sistema immunitario reagisce in modo decisamente sensibile ai processi emotivi, aiutarlo con le immagini positive corrispondenti può contribuire decisamente a rimanere in salute. “Uno spirito forte può curare meglio di un dottore”, dice un proverbio! I viaggi nella fantasia servono a dare al bambino più fiducia in sé e maggiore consapevolezza, poiché impara dalle sue fonti interiori e può creare la sua realtà in modo creativo e innovativo. Interagire con i Bambini Indaco è sicuramente un gran lavoro, ma anche un grande privilegio, infatti manifestano un dono del divino, che vuole aiutarci in questo cammino a vivere forti, pieni d’amore e pienamente responsabili delle nostre vite, felici nell’Essere e non nell’apparire.
Lucilla Menici