Intervista a Gregg Baden
Cosa accade quando le emozioni e i sentimenti creano nel nostro corpo un campo coerente? Possiamo connetterci agli altri, al campo della Terra e modificare gli eventi?
Una delle domande che più ci tormentano riguarda il modo in cui viviamo questo tempo, se abbiamo alcun potere di influenzare i cambiamenti delle nostre vite o se disponiamo di alcun potere come essere umani. La nuova scienza ci dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che siamo tutti collegati, che tutta la vita è connessa in modi che la scienza, oggi, sta ancora solo tentando di comprendere.
Il campo magnetico della Terra collega e sostiene ogni forma di vita sul pianeta – dalla vita di un filo d’erba, di un pesce, un cane o un gatto, a quella di un CEO di qualsiasi grande azienda, del leader di tutte le nazioni: siamo tutti collegati attraverso il campo magnetico della Terra, non esiste un “noi” e un “loro” quando si parla di questo campo. Nell’emisfero settentrionale ci sono due satelliti che ogni trenta minuti inviano agli scienziati una lettura dell’intensità del campo magnetico terrestre. L’11 settembre 2001 è accaduto qualcosa di straordinario, perché questi campi magnetici – che solitamente aumentano e diminuiscono ogni due ore –improvvisamente hanno avuto un grande balzo alle ore 9:00, 15 minuti dopo che il primo aereo ha colpito la prima torre del World Trade Centre.
Gli scienziati dicono ci sono voluti 15 minuti prima che i media globali riuscissero a trasmettere le immagini al mondo e ci sono voluti 15 minuti perché milioni di persone vedessero tali immagini e rispondessero a esse con una profonda emozione (o stato emotivo). Secondo gli scienziati tali emozioni – provate collettivamente da milioni di persone contemporaneamente – sono state così potenti da influenzare i campi magnetici della Terra. Questo avvenimento ha sorpreso molto gli scienziati, i quali affermano che non siamo tutti collegati alla Terra e che questa teoria sia una credenza, una vecchia credenza del passato.
Ma la nuova scienza sta dimostrando che il cuore umano, in cui si originano le nostre emozioni, produce un campo magnetico molto potente, 5.000 volte più potente del campo magnetico del cervello. Ciò significa che quando proviamo una forte emozione, il nostro cuore crea un potente campo magnetico. E ciò che hanno osservato gli scienziati è che quando milioni di persone provano un sentimento emotivo nello stesso istante, questo è talmente potente da poter influenzare il campo magnetico che collega ogni forma di vita sulla Terra. Dunque la domanda è: possiamo creare questa esperienza senza che si verifichi la tragedia? Possiamo scegliere di riconciliarci e di provare amore, comprensione e gratitudine, forti emozioni positive senza che si verifichi la tragedia dell’11 settembre?
Quello che gli scienziati hanno notato è che quando creiamo un’esperienza di amore, di gratitudine o di comprensione nel nostro cuore, questa invia un segnale al nostro cervello e quando questo segnale viene ricevuto dal cervello genera quella che viene chiamata coerenza (coerenza cuore-cervello). La coerenza è stata effettivamente misurata scientificamente come un segnale elettrico molto basso, pari a 0,10 Hz, o 0,10 cicli al secondo. Dunque quando proviamo un sentimento che crea il valore di 0,10 Hz, si dice che “siamo in coerenza” e adesso sappiamo che la nostra coerenza personale è anche parte della coerenza collettiva del pianeta. Ed ecco perché si tratta di una cosa positiva: in presenza della coerenza, diventiamo più buoni e meno aggressivi. Nello stato di coerenza, siamo più disposti a risolvere i nostri problemi discutendone, senza guerre. Nello stato di coerenza la nostra forza di carattere, la nostra risolutezza, è molto forte, riusciamo a pensare meglio, a risolvere i nostri problemi. La coerenza è un fattore molto positivo, sia a livello personale che globale. Se siamo in grado di creare nelle nostre vite personali questa coerenza di comprensione, gratitudine e amore, allora creiamo la pace e la guarigione di tutto il mondo. Ed è questo il grande mistero delle profezie e delle predizioni dei nostri antenati: essi non erano in grado di predire i risultati del nostro momento storico perché non potevano sapere se avremmo trovato il modo di creare questa coerenza nei nostri cuori. È questa la nostra grande sfida oggi, in presenza dei vasti cambiamenti e della profonda crisi che viviamo nel mondo. Siamo in grado di riunirci come una famiglia e di creare quella coerenza necessaria a unirci e trascendere, per diventare migliori rispetto alla crisi del nostro tempo? Tu e io, possiamo – scegliendo come rispondere a questa domanda – scegliere il modo in cui vivere le nostre vite oggi. Le nostre scelte individuali diventano la nostra risposta collettiva a questo momento storico.
Che cosa pensi della scienza e della tecnologia del XXI secolo?
La scienza è un nuovo linguaggio nato circa trecento anni fa. Un linguaggio per descrivere la natura e la nostra relazione con il mondo. Agli albori della scienza, gli scienziati credevano che tutte le forze che non potevano essere viste o misurate, non esistevano. Essi hanno escluse molte delle teorie che potevano aiutarci a comprendere i nostri rapporti con il mondo e ora stanno tentando di riscoprire e di rintracciare questi rapporti. La fisica quantistica ha fatto numerosi progressi in questo senso. La fisica quantistica ci dice che tutte le cose sono collegate tramite un campo di energia, una matrice vivente che stiamo appena iniziando a comprendere. La fisica quantistica ci dice che ogni essere umano è nato parlando il linguaggio del cuore che comunica con tale campo. La fisica quantistica ci dice che quanto riusciamo a provare il giusto tipo di emozioni nel nostro cuore, possiamo influenza la realtà fisica dei nostri corpi e del nostro mondo. E sia la fisica quantistica che gli scienziati concordano su questi principi.
La domanda è: qual è il grado di influenza che abbiamo sui nostri corpi e a che livello siamo in grado di influenzare il mondo? La risposta a questa domanda è diversa per da individuo a individuo ed è determinata dalla nostra concentrazione. E la scienza del XXI secolo riflette questi principi. Esiste un rapporto molto affascinante tra tutte le discipline scientifiche: dobbiamo immaginare una piramide alla base della quale ci sono i principi matematici – perché tutte le discipline scientifiche utilizzano la matematica per spiegare il proprio funzionamento – e sopra la matematica c’è la fisica, e sopra la fisica c’è la chimica, e sopra questa la biologia e sopra ancora le scienze umane della psicologia, per esempio. Quindi, se tutte le discipline scientifiche si basano sulla matematica, quando cambiano i principi matematici, devono cambiare anche tutte le altre discipline scientifiche in modo da riflettere tale cambiamento. E ciò è quello che è accaduto. La matematica è cambiata; la fisica è cambiata, e adesso c’è la fisica quantistica; la chimica è cambiata e adesso abbiamo la chimica quantistica. La biologia non è cambiata, la psicologia non è cambiata: questo è il conflitto al quale assistiamo oggi, quello tra il vecchio modello di conoscenza e il nuovo, tra il vecchio modello di cura in medicina e quello al quale stiamo assistendo oggi.
Credo che ciò che la scienza e la tecnologia rifletteranno sarà questo cambiamento dei principi matematici e fisici, e per farlo, dovranno unificarsi. E credo che quando questo avverrà, ci troveremo a vivere in un mondo molto diverso. Un mondo che ci vedrà reintegrati nell’equazione della vita e della natura – dalla quale la scienza ci ha escluso trecento anni fa – nel quale saremo parte della soluzione, parte della nostra guarigione, parte della pace nelle nostre famiglie, della pace nelle nostre comunità, della pace tra le nazioni.
Da un punto di vista termodinamico, il tempo sembra costretto ad avere una direzione precisa, individuata dal necessario aumento di entropia dell’universo. Come si può conciliare la natura ciclica e frattale del tempo, con la percezione che noi abbiamo della linearità del tempo? Perché il problema del tempo è ancora irrisolto per la scienza?
È una domanda molto complicata e molto interessante. Uno dei problemi più interessanti della fisica, oggi, è il problema del tempo. E la domanda che si pone è se il tempo sia reale, se il tempo esista. Quello che hanno scoperto i fisici è che, ai livelli più bassi della realtà fisica, il tempo non esiste: vi è un valore chiamato costante di Plank e ogni misurazione del tempo al di sotto di tale costante è insignificante. Ai livelli più basici della nostra esperienza fisica, il tempo non esiste. Dunque la domanda che la fisica si è posta è questa: se il tempo non è necessario alla base della nostra realtà fisica, è necessario nelle nostre equazioni? I fisici si sono sempre scontrati con quello che viene chiamato il “problema del tempo”. E il tempo sembra seguire un’unica direzione, ovvero dal presente al futuro, benché non esitano principi matematici che impediscano al tempo di andare verso il passato. Tutti i principi matematici consentono l’inversione del tempo, consentono il viaggio nel tempo, semplicemente non esistono esperienze che possiamo documentarlo nella nostra realtà fisica. Per esempio, si pensi a un uovo di gallina: se prendiamo un uovo e lo facciamo cadere sul pavimento, l’uovo si rompe, ma non esistono principi matematici che dimostrino che tale uovo debba rimare rotto. Secondo la matematica, il tempo può essere invertito e l’uovo può ricomporsi e tornare intero. Ma sappiamo che non è così nella realtà fisica. Questa è chiamata la marcia in avanti del tempo, o linearità del tempo.
Dal mio punto di vista, il problema è la nostra visione limitata del tempo. I nostri antenati e le nostre tradizioni indigene avevano una visione ciclica del tempo. La visione lineare è una visione ristretta, incompleta, di un periodo di tempo circoscritto , ma se facciamo un passo indietro e adottiamo una visione più ampia, se osserviamo i principi matematici della natura, le prove fisiche della vita, le prove fisiche della storia, scopriamo che il tempo sembra essere ciclico e che i fenomeni lineari che osserviamo altro non sono che piccoli parti di un ciclo, ma non rappresentano tutto il ciclo. Credo che il prossimo grande evento nella fisica e nella nostra comprensione della storia, nella nostra relazione con il mondo, sarà quando noi – e quando dico “noi” intendo il moderno mondo industrializzato e tecnologico – adotteremo una visione ciclica del tempo.
Secondo la recente teoria cosmologica “top-down-cosmology” (Hawking-Hertog) l’universo non ha un passato univoco, e nel presente “sceglie” la propria storia da una sovrapposizione di infinite storie possibili. Sembra un’ipotesi interessante. Cosa ne pensi? Si accorda con la tua visione del tempo? Possiamo cambiare il nostro passato?
La domanda è se siamo in grado di cambiare il nostro passato, e secondo la mia prospettiva, quello che sento è che non solo possiamo cambiare il nostro passato, ma noi cambiamo il nostro passato. Come abbiamo menzionato prima, nella fisica e nella matematica odierna non esistono leggi che dimostrano che il tempo debba o possa muoversi solo in avanti. Secondo i principi della matematica, il tempo può muoversi anche in senso inverso. Noi possiamo non essere consapevoli di tale esperienza, ma qui entra in gioco la coscienza umana: la nostra coscienza/consapevolezza attuale non è in grado di interagire con il passato, ma ad altri livelli di consapevolezza è possibile che questo accada ed è stato scientificamente dimostrato.
Ad esempio: John Wheeler, della Princeton University, ha fatto uno straordinario esperimento chiamato “Quantum Eraser” (Annullatore quantistico) nel quale è stato in grado di modificare il modo in cui un atomo si comporta nel presente, e, facendo questo, di cambiare anche ciò che succedeva nel passato prima che accadesse nel presente. È un esperimento molto affascinante, molto complesso, ma si è trattata della prima volta, che io sappia, che gli scienziati sono stati in grado di eseguire un esperimento in condizioni di laboratorio con il quale sono riusciti a cambiare qualcosa nel presente, che cambiasse anche ciò che accadeva nel passato. Hanno lavorato con particelle quantiche, riuscendo a cambiare il loro comportamento in quel dato momento e, attraverso tale cambiamento, hanno modificato il comportamento di tali particelle prima che raggiungessero tale momento. Noi siamo fatti di queste particelle quantiche e se è possibile modificare il comportamento di tali particelle quantiche nel passato, allora dovrebbe essere anche possibile (la scienza non ha dimostrato il contrario) modificare i nostri rapporti con il passato.
Qual è il tuo personale senso del tempo? Come guarda al presente al passato e al futuro Gregg Braden?
Quando si parla di cicli di tempo, sia che si tratti di cicli che durano migliaia di anni o che si tratti di cicli che durano pochi secondi, i principi che li regolano sono gli stessi. Al termine di un ciclo e prima che inizi il ciclo successivo, c’è uno spazio in cui un esiste nessun ciclo, e questo spazio è il presente. È lo spazio tra l’inalazione e l’esalazione del respiro, tra il sorgere del sole all’alba e il suo tramontare la sera, tra il giorno e la notte. In questo spazio c’è il presente e nel presente tutto è possibile, nel presente non esiste nient’altro. Ed è in questo posto e solo nel momento presente che possiamo rinnovare i nostri corpi e procedere, andare avanti con nuove scelte senza il giudizio del passato. Per me significa che non importa cosa sia successo nel passato, perché è passato appunto. Il momento è ora, nel presente, e mi offre l’opportunità di sospendere le mie credenze/opinioni, i miei giudizi su quello che è stato e di scegliere quello che mi piacerebbe vivere, di scegliere la mia guarigione/cura, di scegliere il mio successo, la pace, di avere buoni rapporti con i miei amici e con la mia famiglia e con i miei colleghi di lavoro. Tutto ciò comincia proprio adesso, indipendentemente da ciò che sia successo nel passato.
Questo è ciò che penso a livello personale. E credo che se riusciremo a vivere così anche a livello collettivo, daremo spazio all’opportunità di ridefinire tutti i modelli spaventosi del nostro passato – noi tutti apparteniamo a una generazione di sofferenza, guerre e tempi molto difficili. Questa è la nostra storia, ma non deve essere il nostro futuro. Perché è adesso che dobbiamo scegliere. Secondo me, è questa l’opportunità che ci offre il presente: è il momento di creare il nuovo fondamento di ciò che verrà, la nuova base di un mondo nuovo, una nuova base per la mia vita.Fonte Redazione Scienza e Conoscenza – 01/01/2016