Introduzione: L’ESSERE UMANO NASCE CON IL DONO DI INTERAGIRE CON L’ALTRO ATTRAVERSO UNO STRUMENTO DI PRIMARIA IMPORTANZA: LA PAROLA. MA LA PAROLA, SENZA ASCOLTO ATTIVO, NON È SUFFICIENTE PER UNA COMPRENSIONE DELLE DINAMICHE INTERPERSONALI. SULLIVAN, ROGERS E IL COUNSELING RELAZIONALE.
La parola è la caratteristica specifica dell’essere umano, quella che lo distingue dal genere vegetale e animale. Attraverso la parola possiamo comunicare i nostri pensieri, gli stati d’animo, le sensazioni, possiamo farci ascoltare, conoscere, instaurare delle relazioni. La relazione con l’altro comporta una miriade di emozioni, sensazioni, pensieri che ci fanno sentire considerati, apprezzati…consentendo di entrare nell’universo e farne parte attivamente! Ognuno di noi ha il proprio mondo, fatto di insofferenze e felicità, di soddisfazioni e non, di lotte, di sconfitte e vittorie… insomma un punto focale della vita dell’uomo. Ci muoviamo in base al proprio soddisfacimento di bisogni e desideri, i rapporti interpersonali comportano un riconoscimento che a volte ritorna come un “boomerang emotivo” positivo o deludente ma comunque un processo costruttivo per l’evoluzione umana. umana. L’incomprensione con l’altro introduce delle dinamiche amare che frena i rapporti, innescando spesso dubbi sulle capacità espressive proprie o non, emerge così l’occasione per un’introspezione da cogliere in quanto permette di osservare i propri errori ed imparare da essi. L’uomo non è nato per vivere in solitudine ma per condividere, sperimentare, confrontarsi con l’altro attraverso un’abilità sottile che lo contraddistingue: la comunicazione.
Costruire relazioni di varia natura come l’amicizia, la coppia, il lavoro, è un arduo impegno poiché esistono complesse mappe mentali che si alimentano con modelli di comunicazione. Esistono, infatti, vari modelli della mente: endopsichico, personale, interpersonale, sociale e ognuno è formato da un certo numero di costrutti che si sviluppano come concetti, collegati alla quantità di energia disponibile. In assenza dei modelli relazionali e sociali è presente uno scompenso nell’essere umano, ovvero sarà auto-riferito con la caratteristica di essere angosciato e ansioso poiché limitato.
Le persone, spesso, non riescono a comunicare in modo efficace, sono centrate prevalentemente sul modello intrapsichico ovvero “parlano a se stesse”, considerando i propri stati d’animo, i propri desideri sempre plausibili… come se fossero da sole nelle situazioni. Questo modo di procedere non permette di valutare le intenzioni dell’altro e soprattutto non permette una relazione stabile e duratura in quanto è carente il modello basico della comunicazione, la relazione Io – Tu.
Nel caso di un rapporto di coppia, la comunicazione efficace è legata all’uso di un modello relazionale, contempla le posizioni dei due soggetti e quindi contiene dei costrutti, delle qualità, come ad esempio l’ascolto attivo, l’accettazione incondizionata tra loro.
Queste qualità sono delle vere e proprie tecniche che facilitano la comprensione dell’altro, non solo nell’ambito sentimentale/affettivo,ma anche nel settore lavorativo/sociale.
Molti psicologi affermati hanno elaborato filoni di pensiero differenti correlati alle tecniche di comunicazione, uno fra tanti ma unico nel suo genere è lo psicologo statunitense Carl Rogers.
Egli fu il precursore della terapia centrata sul cliente, meglio conosciuta come Counseling, che mette in primo piano delle fasi ben delineate che migliorano la comunicazione e la comprensione dell’altro. L’accettazione incondizionata è la facoltà indispensabile per un inizio di comunicazione, in quanto ci si predispone ad accettare l’altro, senza giudicarlo, rispettandolo come persona, considerandolo al di là dei suoi comportamenti manifesti. Il termine accettazione incondizionata significa attendere il manifestarsi di ciò che esiste dietro gli eventuali scudi e difese, con autentico rispetto. Non si tratta di “doverosa accettazione a scopo professionale”, ma di un rapporto genuino; Rogers ci parla di valorizzazione della persona.
Ascolto attivo: prima di presentare il proprio punto di vista, sarebbe necessario assimilare il quadro di riferimento dell’interlocutore, per comprendere le sue idee e le sue sensazioni, così da essere in grado di poterle riassumere al posto suo. Semplice, vero? Ma, se fate la prova, scoprirete che è una delle cose più difficili che abbiate mai tentato di fare.
Onestà: Rogers sottolineava l’importanza dell’autenticità e della genuinità, della trasparenza e della verità di chi fosse all’ascolto. Quanto più evita di nascondersi dietro il ruolo professionale o personale, tanto più l’interlocutore è in grado di esprimersi e di iniziare il processo di sé e di crescita costruttiva della personalità. Situazione ottimale per una maggiore comprensione! Empatia: è una qualità fondamentale che inevitabilmente appartiene a chi si pone nella relazione d’aiuto e che comunque dovrebbe essere alla base di tutti i rapporti interpersonali. Tale qualità si sviluppa con la sensibilità e il sentimento, rappresenta l’atto con il quale un soggetto esce da se stesso per comprendere qualcun altro, ossia penetrare nell’universo soggettivo di chi ha di fronte, mantenendo la propria centratura e riuscendo così a essere obiettivi senza coinvolgimento emotivo (indispensabile nel Counseling). Ciò è un fattore determinante che nessun libro insegna poiché riflette una risorsa innata che non tutti, purtroppo, hanno sviluppato.
La Comunicazione Empatica è un ottimo strumento per capire l’altro, per ottenere chiarezza dentro di Se, per una maggiore consapevolezza e per soddisfare i propri reali bisogni e, soprattutto, per ritrovare la fiducia in se stessi. La comunicazione è un tassello base imprescindibile del proprio benEssere, perché comunicando in modo chiaro e semplice si può contribuire a sollevare la “qualità della propria vita” ed essere sereni anche con gli altri. Il Counseling, infatti, viene spesso definito come “percorso di consapevolezza” che permette di capire, di migliorare il proprio modello relazionale e di pensiero partendo dalla comunicazione verso se stessi. Rogers affermò: “Gli individui hanno in se stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé, gli atteggiamenti di base e gli orientamenti comportamentali. Queste risorse possono emergere quando può essere fornito un clima definibile di atteggiamenti psicologici facilitanti”.
Un altro colosso della psiche che diede molta importanza alla comunicazione, fu lo psichiatra e psicanalista statunitense Sullivan, che negli anni ’40 contribuì molto sulle tecniche del colloquio clinico, in cui delineava un approccio meno nosografico e più interpersonale rispetto ai modelli classici. Nel suo approccio, il colloquio diviene uno strumento non solo anamnestico, ma anche di analisi delle dinamiche relazionali. A quei tempi non esistevano ancora né psicoterapia né farmacoterapia e i pazienti clinici (per lo più psicotici) erano molto più difficili da gestire. Come ausilio alla terapia con i suoi pazienti, Sullivan investì la sua personalità nel rapporto con loro e il risultato fu un notevole aumento delle guarigioni spontanee. Solo il fatto che quei pazienti non venissero umiliati, ma fossero considerati degli esseri umani e compresi, fece sì che molti guarissero. Ai tempi di oggi possiamo dire che Sullivan abbia utilizzato un approccio empatico che dopo pochi anni diede input a Rogers fino a giungere al metodo del Counseling. In conclusione, l’assemblaggio di tutte queste metodologie pratiche e teoriche possono creare un unico mezzo vincente per capire l’altro e aiutarlo.
Saper ascoltare è un’arte, per mezzo della quale l’individuo può rinunciare al narcisismo e alla distruttività e ricercare, in ogni suo atto, l’autenticità e l’Amore…solo così potrà capire profondamente l’altro!
Lucilla Menici